Caro diario,
(oggi vorrei iniziare così
il mio scritto – come se fosse una semplice valvola di sfogo)
da troppi giorni ti ho
abbandonato, e mi dispiace. Ma allo stesso tempo tale decisione mi rende
motivata a guadagnare maggiore felicità: questo perché meno si avverte il
bisogno di raccontare le proprie fragilità, gli scoraggiamenti, le difficoltà e
le paure, più si dipana nel mio animo la sensazione di libertà
assoluta.
Ho trascorso delle giornate
di alti e bassi, proprio come la settimana scorsa, ma anziché abbattermi ed
adottare comportamenti malsani, mi sono detta di trovarvi una spiegazione e
cercare di sopravvivere davanti a tante piccole ‘crisi’. Ho una giornata no?
Perché ripiegare e creare collegamenti con ciò che dovrebbe avvenire nelle mie
scelte alimentari? Cosa c’entra il nutrirsi con il sentirsi inadeguati in
merito al lavoro o alle relazioni sociali?
Mi piace pensare e ripetere
spesso, che le PAROLE con cui scegliamo di cullarci e le modalità attraverso
cui ci ASCOLTIAMO siano ESSENZIALI per un percorso rivolto al benessere (di
qualunque natura sia – alimentare, psicologico, professionale, ecc.); non a
caso, maggiore sarà la nostra disposizione ad (auto)criticarci, più evidente
sarà la nostra tendenza ad (auto)distruggerci.
Per fare un comune esempio, ieri mattina mi
sono fatta qualche scatto per un ‘Body Check’, e li ho confrontati con quelli
di un paio di mesi fa. Non mi piacevano le mie gambe, i miei quadricipiti, e per di
più mi sono messa pure a misurarli con il metro: 7 cm in più rispetto a quando
ero profondamente malata. Ma cosa significa? Grasso? Ciccionaggine? No di
certo. Significa VITA. Significa SALUTE. Significa AMARSI.
Solo che non riuscivo a
prenderne consapevolezza…e durante il resto della giornata, mi sono sentita
inadatta a fronteggiare qualsiasi cosa. Giusto nel creare un progetto
lavorativo insieme ad un collega, ho avvertito una certa sensazione di utilità, ma
gli eventi sono nuovamente mutati nell’ora della merenda. L’ho fatta, certo
(non la salto MAI, e non sarebbe nemmeno giusto a meno che il mio corpo non mi
trasmettesse sensazioni di dolore, sazietà, e via dicendo..) prediligendo uno
degli snack che adoro di più à gallette
di riso integrali con petto di tacchino e burro di arachidi!; tuttavia, non
avevo ancora decongelato la mia porzione ideale di pane per la sera. Ero incerta
se attenermi ai grammi del ‘mio’ piano o a quelli del mio nutrizionista,
ma dal momento che non me la sono sentita di aumentare le dosi come mio solito
(e forse le avrei anche diminuite), ho suggerito alla mia mente (in quel
momento offuscata da percezioni distorte) di rispettare i riferimenti di chi mi
avesse preso in ‘cura’.
E per quanto la decisione
sia stata difficile (in particolare leggendo e notando alcune ragazze che in
vista dell’estate cominciano adesso a tagliare i carboidrati – quando secondo
me, e ripeto SECONDO ME, sbagliano per ovvie ragioni metaboliche) credo di aver
preso quella MIGLIORE per me.
Stamani invece, nonostante sia nel 'periodo di picco ormonale assoluto' come ogni mese, mi sono guardata e riguardata per bene, ed ho apprezzato ciò che vedevo allo specchio.
Stamani invece, nonostante sia nel 'periodo di picco ormonale assoluto' come ogni mese, mi sono guardata e riguardata per bene, ed ho apprezzato ciò che vedevo allo specchio.
Sono stata felice di questo
grande passo, e sono altrettanto contenta di condividerlo con voi che mi leggete.
Se penso a 3 anni fa, quando
seguivo già un percorso terapeutico per sbloccare il meccanismo di abbuffate
compulsive in cui ero caduta (BED), e dovuto sicuramente al circolo di restrizioni
(non solo in termini quantitativi, ma anche per quel che riguarda la
soddisfazione del palato) mi rendo conto di come un mio pranzo, ad oggi, abbia
le stesse quantità di carboidrati complessi che assumevo in un giorno.
è
Confrontarsi
con il passato non deve servire per tornare indietro su passi già fatti o su
strade già percorse, ma per conoscere i passaggi e le soluzioni che ti abbiano permesso di arrivare fin qui. Per di più, fermarsi e riflettere, anche dopo un
leggero inciampo, può servire per focalizzarsi nuovamente sugli obiettivi da
raggiungere e sui traguardi da tagliare.
Non commettete il terribile
sbaglio di restringere le dosi (come ho fatto in passato, e come ho rischiato
di fare anche questa settimana – senza successo, per fortuna) se vedete un
leggero aumento iniziale sulla bilancia; se vi sentite gonfie o create
mentalmente parlando, delle immagini sbagliate del vostro corpo.
Lasciatevi guidare dalla razionalità,
dal buonsenso e dalla creatività in cucina! Variare molto e sperimentare
ricette gustose, colorate, brillanti ed ispirate, possono accendervi l’entusiasmo
di portare avanti un viaggio terso di paure e di limiti come questo.
E’ normale
arrivare ad un punto in cui vi chiediate ‘Ma sono sempre io? Anche in un fisico
che non riconosco più?’ ma è FONDAMENTALE la risposta che formulate per le
successive conseguenze.
Potete scegliere, SEMPRE.
Anzi, come spesso afferma mia mamma: POTETE TUTTO.
PS. Prossimamente, credo che pubblicherò una tabella settimanale che mi ha aiutata non poco a fronteggiare di volta in volta, certe piccole paure: una pizza differente da quella vegetariana, una brioche al mattino anziché i cereali, uno yogurt intero a dispetto di quello greco, ecc. Questo perché, certe 'decisioni alimentari' che prima dovevano appositamente essere pensate e programmate, ora mi appaiono spontanee. Ma per arrivare a ciò, mi sono imposta degli obiettivi quotidiani, mettendocela tutta per raggiungerli.
Non credo sia possibile pensare al domani, se prima non STIAMO e non VALUTIAMO le scelte che ci offre il presente. Il qui e l'ora, per intenderci.
Non mi è stato fornito da nessuno, e ci tengo a precisarlo, è soltanto uno strumento che ho progettato io di mia iniziativa per me e per facilitare il superamento di alcuni blocchi psicologici. Se può servire a qualcuno, almeno, sarà reperibile online.
Nel caso non riuscissi a renderlo accessibile, sarà a disposizione per CHIUNQUE voglia riceverlo per e-mail.
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