Troppo
spesso nella vita tendiamo a focalizzarci su ciò che ci manca e su quel che non
ci permette di stare bene, piuttosto che sui risultati ed obiettivi che abbiamo
raggiunto, conquistandoli con una fatica non indifferente, tempo indefinito e
magari, dopo un breve ma triste periodo di solitudine.
Ci lasciamo attirare dalla paura del
rischio, evitando di mettere in pratica nuovi comportamenti (quelli che
oltretutto, potrebbero favorire una crescita ed un benessere mai raggiunto). L’adozione
di schemi appartenenti alla “comfort zone” è all’ordine del giorno; così come
frasi “Io non ho paura, perché so cosa mi aspetta” che ci garantiscono di
sottovalutare o sopravvalutare qualcosa, qualcuno, e magari anche noi stessi.
Ma nulla, come amo ricordare, è tanto
scontato.
Facciamo un banale esempio aggrappandoci
alla mia esperienza di vita: quella relativa al mio atteggiamento alimentare di
adesso.
Settimane fa, come ho ampiamente descritto
in uno dei precedenti post (e se non lo avete letto, fatelo J! – non è un obbligo, ma serve per conoscere
a fondo la storia e le modalità con cui ho ingannato certe ‘trappole’ derivanti
da un DCA) ero particolarmente in tensione il lunedì sera, in vista di ciò che
PENSAVO DI ASPETTARMI la mattina successiva.
Ogni martedì, mi alzavo dopo una notte
insonne o priva di quiete, stretta dalla morsa del nervosismo e della pretesa
di conoscere chissà che cosa. Dentro di me avvertivo l’esercizio turbolento di
due forze contrastanti: da un lato, la voglia di verificare un numero
differente da quello passato (e registrato su una bilancia che ripeto, fornisce
informazioni troppo generiche senza i relativi elettrodi ed esami appropriati
fatti opportunatamente presso uno studio di un nutrizionista), dall’altro la
smania di rimanere sempre lì, tra benessere e malessere.
Contradditoria la mente umana, eh? Per non
parlare dei suoi desideri o di quelli che Freud chiamava ‘Istinti’.
…Ma stamani è accaduto qualcosa di diverso.
Pizza del sabato sera con bufala e verdure grigliate - Serata stupenda in compagnia della mia famiglia! 💓 |
Come ieri sera.
E come i giorni prima.
Già da domenica, dopo essermi sfondata di
pizza, aver trangugiato gelati, aver perduto il conteggio della verdura ed in
parte anche della frutta (cosa che non riuscivo ad allentare per paura degli
zuccheri), acquistato cibi grassi come stracchino ecc., non avvertivo alcun
senso di colpa; i miei pensieri non volavano al martedì con l’idea “oddio,
chissà che numero uscirà fuori”, ma anzi, dentro di me si ripetevano frasi d’amore
e consolatorie come quella che segue:
“Ary, prima che giunga il momento della
prova
Gelato domenicale - mangiato senza alcun senso di colpa |
bilancia preparati psicologicamente a cogliere ogni risultato che
arriverà. Sia perché ti stai impegnando e pure tanto, sia perché hai il ciclo
mestruale e potresti essere salita di qualche etto o poco più senza che questo
sia effettivo. Non mollare, ascoltati, il corpo non è stupido. Brama ciò di cui
ha realmente bisogno. Per distinguere questo dal capriccio momentaneo, prova a
contare fino a dieci. Se dopo tale conteggio hai ancora VOGLIA di quell’alimento,
conceditelo senza troppe paranoie. La perfezione non esiste, oltre ad essere
noiosa. E noi siamo umani, e come tali IMPERFETTI.”
Un 'Arianna' stanca ma felice dei risultati raggiunti! |
Mi sono sentita con l’animo in pace.
Al mio risveglio, stamattina, mi sentivo
incline a valutare ogni cosa: dalla quantità di acqua presente nel mio corpo
(purtroppo ahimè, bevo poco e risulto male idratata, anche se sto cercando di
migliorarmi) alla percentuale di massa grassa. Ho comprato tempo fa una
bilancia apposita: che mi permettesse di considerare (sempre con le ‘pinze’)
certi parametri attraverso un sistema simile a quello prodotto dalla BIA. Nei
mesi trascorsi, ho provato anche a porre a confronto i risultati della stessa
con quelli tradotti presso lo studio del mio nutrizionista, e
straordinariamente erano molto vicini. Quindi mi sono fidata.
Morale della favola, sembrerebbe che il mio
basale sia leggermente aumentato (sarebbe stupendo), la massa grassa anche (e
non vedo l’ora di riceverne conferma il 20 aprile) ed il peso invariato.
Non sono rimasta male, non mi sono buttata
giù, né mi sono detta “ah quanto sono obesa!” come avrei potuto fare un tempo
per metabolizzare certi numeri. Anzi, volete saperla tutta? Sono così nella
pelle di ricevere sicurezze e garanzie dal mio nutrizionista, che spero questa
settimana di Pasqua passi tanto alla svelta da svegliarmi ed urlare a pieni
polmoni: “EVVIVA!!! E’ GIOVEDI 20!!!! LA PROVA DEL NOVE!!!”
E non è finita qua oltretutto.
Questa settimana mi sono anche sfidata per
ben due volte, guadagnando ulteriore fiducia in me stessa (ebbene sì, mettersi
di fronte a determinate sfide e riuscire a superarle, vi permette di ottenere
successo e autostima, provateci!).
In primis perché sono riuscita a portare la
merenda in ufficio, mangiarla lì come se nulla fosse (indipendentemente dagli
altri che la saltano, e che magari a differenza mia, conducono una vita
alimentare più ‘normale’ scandita da tre pasti anziché da sei) e tornare operativa
sulle mie attività professionali; era da tempo che desideravo farlo, ed era da
tempo che rimandavo. Ma ieri ho deciso che fosse arrivato il momento, e ce l’ho
fatta.
In secondo luogo giovedì dovrei andare alle
Terme con mia mamma, una gita sicuramente bellissima e molto piacevole. Ammetto
di essere leggermente in ansia, ma non tanto perché ‘non so cosa potermi
aspettare’ o ‘non so cosa mangerò’; quelle sono ‘bufale’ ormai, dato che
conosco l’ambiente, conosco il bar ma non conosco CIO’ CHE MI ANDRA’ QUEL
GIORNO, ed è questa la cosa stupenda! Vivere a giornata e non più con la
programmazione del domani.
Tuttavia, ciò che mi porta a riflettere è
una semplice domanda: “riuscirò a mangiare abbastanza?” (e lo scrivo con il
sorriso J , convinta che un ‘ieri’ non sarei mai
stata capace di simili quesiti).
‘Se anche non fosse, avrai sempre il giorno
dopo per recuperare!’ – Ecco, la voce della mia coscienza.
PS. Oggi dopo essere rientrata a casa dal
lavoro, i miei meccanismi psicologici deviati mi davano l’ispirazione ad
allenarmi, anche se non era il giorno di Workout. Ma poi la razionalità è
sopraggiunta: ‘Ary, lo farai domani. Datti tempo per riposare e non cercare di imitare chi si affanna e si lamenta di non avere TEMPO o MODO di prendersi cura
di sé e dei suoi interessi. Il mondo è più che un paio di muscoli. Hai tanto da
coltivare, l’amore che avverti nel tuo profondo ad esempio. Affonda lì le tue
radici, vale molto più di qualsiasi SQUAT in aggiunta.”
Ok, detto questo, passo e chiudo.
Spero di non avervi annoiato.
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