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giovedì 23 febbraio 2017

Cadute, ma combattute con grinta

Oggi è stata dura. Ma veramente, veramente, dura. Dal primo momento in cui ho aperto gli occhi, ho percepito una sonnolenza indescrivibile, dovuta alla notte trascorsa in bianco tra incubi ed ansie di vario genere.

Dopo aver portato a termine le incombenze abituali, ho cominciato a ripetermi “questa giornata può avere una svolta, tutto dipende da te”, e mi sono data come compito quello di fare qualcosa, QUALSIASI cosa che potesse risollevarla. Dirigendomi dal Decathlon, ho potuto acquistare delle barrette che amo ed usufruire delle offerte: non sarà molto ragionavo, ma adesso sono più felice.

Rientrando a casa mi sono preparata un buon pranzo a base di formaggio, riscoprendo la bontà del gorgonzola (che avevo sempre snobbato). 
Sul lavoro però, sono tornata a percepire di nuovo una malinconia acuta: è strano, non mi era accaduto nei giorni precedenti. Mi sono sentita sola, con la voglia incredibile di un abbraccio caldo dato da un uomo…dal MIO uomo (che per ora, ahimè, non esiste!). Qualcuno che riuscisse a farmi sentire speciale.
L’immagine di me di fronte allo specchio del bagno non era più quella di una ragazza in piena forma che stesse riacquistando un equilibrio, ma di una triste donna piagnucolante con i primi segni del tempo. Le critiche sono arrivate fin da subito, ma le ho fronteggiate arrivando a schivarle: “Basta Arianna. Perché devi darti addosso quando per diversi mesi lo facevano gli altri, e adesso che non lo fa nessuno ma anzi, ti rendono omaggio al tuo coraggio ed alla tua tenacia, ti aggredisci da sola? Usa parole nuove, parole rinforzanti. Adotta uno stile di comportamento diverso, ed anche il mondo che hai intorno sarà DIVERSO”:
Ho fatto merenda, con la poca fame che avevo ma a sforzarmi ormai sono abbastanza capace. L’ho fatta, anche con l’idea che un domani non sarà più fatica fare sei pasti, ma una gioia imprecisata.

Proprio da questa esperienza, ho elaborato un concetto che cercherò di spiegarvi in breve.

Molte persone SCELGONO (e non utilizzo casualmente questa parola, da che siamo esseri liberi) di lamentarsi per un loro stato, una loro condizione (sia fisica che mentale, ma anche lavorativa). Scelgono di arrabbiarsi con gli altri piuttosto che prendersela con sé stessi, perché è la strada più breve ed immediata. Scelgono di piangere e di dannarsi nella disperazione, aggiungendo che “non sia possibile fare nulla”. Ma si sbagliano. Ed io ne sono la prova.
Quante volte mi sono affannata con gli attacchi di panico, di paure, di timori senza poi mettere in pratica nulla per affrontarli? Per quanto tempo mi sono aggrappata a qualcuno senza prima contare sulla forza del mio cuore? E quanto siete disposti ancora a farlo voi?
Volete davvero vedere dei risultati diversi?
COMINCIATE A CONVINCERVI CHE PER OTTENERLI, SIA DOVEROSO CAMBIARE anche solo una minima parte di quello che fate, che dite o che pensate.
Sono solita aggiungere che sono i pensieri a guidare i comportamenti, ma se prima non li “aggiustiamo” o non li “correggiamo” lasciandoli invariati, difficilmente noteremo qualcosa di insolitamente straordinario.
Alcuni si trovano in difficoltà per evolversi nel praticare una semplice attività come quella di far colazione all'interno di un bar differente rispetto al solito; eppure, basterebbe una semplice variazione come quella per incontrare gente, osservazioni, pareri nuovi!
Riflettete. Una piccola modifica per un GRANDE RISULTATO. Quanto sacrificio potrebbe richiedervi? Troppo rispetto allo star male in maniera continua e prolungata?

Da quando ho cominciato il mio percorso di “rinascita”, non soltanto mi sono attenuta a dei protocolli, ma ho anche apportato dei minimi ma significativi interventi che potessero aiutarmi nel raggiungere gli obiettivi che mi sono posta nel minor tempo possibile. E indovinate? Ce la sto facendo.
Garantisco che a volte sia stata molto dura (e lo sarà ancora, probabilmente). Ma ogni giorno che passa, se da un lato si attenua la forza di una “resistenza”, dall’altro si incrementano la sicurezza, la fiducia e la determinazione verso ciò che sto facendo.

Solitudine, commenti negativi, pensieri distorti… oggi sono stata davvero una battagliera. E così come siamo bravi a pestarci i piedi da soli, dovremmo anche esserlo ad applaudirci quando ce lo meritiamo. Quindi cara Arianna, “sii orgogliosa di quanto hai portato a compimento”.

Vi abbraccio.


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