Vivere serenamente ogni
giorno della settimana alzandosi dal letto con lo stesso identico umore non è
affatto semplice; in particolare per chi, come me, attribuisce valori e significati
differenti a certe tipologie di giornata. Il martedì ad esempio, è routine che
per me sia particolarmente ‘impegnativo’ dal punto di vista psicologico: questo
perché mi aspetta la ‘prova bilancia’. Ciò comporta, che automaticamente mi
carichi di una buona dose di ansia già dalla sera precedente, elemento che non
contribuisce a rendere il mio sonno quiete o la predisposizione al contatto sociale
ottimale come nella quotidianità.
Ricordo serenamente che
settimane fa, tentavo di placare l’agitazione cercando di riacquistare quel
controllo e quelle sicurezze che mi permettevano di tirare un sospiro di
sollievo davanti ad un numero poco accettabile scandito da due cifre ad
intermittenza sul display, come a voler dire “Attenzione, attenzione,
attenzione”. Ma sorridevo, come se fossi contenta delle minuscole variazioni;
andando avanti con la dieta ed i riferimenti del mio nutrizionista, a stento
riuscivo a raggiungere le sue dosi senza avvertire quel groviglio di sensi di
colpa (tipici di chi, non è uscito completamente da un disturbo alimentare). Adesso faccio il contrario: mi arrabbio se non
noto grandi riuscite.
Sono trascorsi due mesi da
quando ho cominciato questa “rinascita”, questo percorso di “trasformazione”
(così mi piace definirlo), e da due mesi sono avvenuti importanti successi:
primo tra tutti, la volontà e la determinazione con cui sto incrementando la
mia alimentazione; quelle dosi che prima mi spaventavano o non mi portavano a
sentirmi pienamente appagata, adesso sono diventate ‘misere’ ed inadeguate,
oltre al fatto che la vicinanza di persone conosciute da poco ed anche
attraverso dei Social come Istagram (non faccio nomi, ma chi mi legge sa a chi
possa riferirmi, per quanto abbracci virtualmente tutte coloro che mi seguano e
che mi apprezzino!) ha rinforzato l’idea di esigere di più da me stessa.
Quei 60 gr che avevo a cena,
sono diventati 80, e ad oggi arrivo a 100 come se niente fosse. E’ stata dura
affrontare quelle voci che ogni tanto, ad oggi, suggeriscono di ‘restringere’,
ma come ripeto spesso:
SE LE VOCI SONO FORTI, FAI
IN MODO DI ESSERE PIU’ FORTE DI LORO. COMBATTI!
E l’ho fatto. Lo faccio
ancora. E lo farò anche domani.
Questo martedì, per essere
precisi, è stato particolarmente impegnativo: dopo aver ‘accusato il colpo’ di
aver guadagnato in soli sette giorni mezzo kg di peso, ho avuto un momento di
tentennamento: mi sono sentita spiazzata, per quanto potessi aspettarmi certi
risultati (da che con gli incrementi fatti di testa mia, avvalendomi del piano
minimo del mio nutrizionista, era immaginabile una ‘crescita’).
Ho preferito ritagliarmi
tutto lo spazio di cui necessitavo per piangere, sfogarmi e poi razionalizzare:
non è un numero a fare la differenza, ma ciò che conta è cosa RAPPRESENTI
davvero. Sai se sia massa grassa? Sai se sia massa magra? Oppure ritenzione?
Non avendo in mano le
risposte e dovendo attendere ancora un po’ prima di saperlo (con la successiva
BIA potrò guadagnare maggiore chiarezza in merito), ho preferito tirare dritto
e guardare oltre, distraendomi il più possibile (la lettura in questo, mi aiuta
e non poco!).
Non ho diminuito le dosi, né
variato le quantità ma ho scelto di AMARMI ANCORA e più delle altre volte,
cercando di rimanere sulle grammature che mi ero prefissa.
Come ho detto ad una ragazza
poche ore fa, credo che ci siano due tipologie di persone che soffrano di DCA: c’è chi davanti ad una
difficoltà apparentemente minuscola ma notevole sceglie di arrendersi, cadendo
nella trappola della tristezza e del loop dei pensieri negativi (dai quali,
confesso, è molto complesso uscirne qualora dovessero essere prolungati ad
oltranza); e chi invece si batte, lotta ininterrottamente, anche davanti ad un
male fisico (crampi, stomaco chiuso, giramenti di testa) e si impegna per
portare a termine gli obiettivi con tenacia e caparbietà. Io mi sono ritrovata
in quest’ultimo, e spero di non essermi spinta troppo ‘in là’ con tale
descrizione, ma ritengo sia doveroso accogliere le autovalutazioni POSITIVE
quanto quelle NEGATIVE.
E’ questo che ci aiuta a
leggerci nella maniera più corretta e coerente possibile.
PER UNA VALUTAZIONE GLOBALE DI VOI STESSE, CERCATE DI FILTRARE I COMMENTI PIACEVOLI AL PARI DI QUELLI SPIACEVOLI, non focalizzatevi soltanto sui secondi. Voi siete molto più che un difetto. Più di una critica. Più di qualsiasi kg in più che possa darvi fastidio.
Voi siete UNICHE, e mi preme rammentarvelo!