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domenica 16 luglio 2017

La nuova 'normalità' - aggiornamenti del mese!

E' tanto tempo che non scrivo sul blog online, eh? Di solito ho sempre proseguito con quello in Istagram proprio per non abbandonarvi. Ma a star dietro al lavoro, all'allenamento, agli altri interessi, a due 'canali' e tenerli costantemente aggiornati non è cosa assai semplice.
Ma diciamoci la verità: forse è anche vero che questo mese abbia preferito vivere pienamente ogni singola esperienza, apprendere il più possibile in termini di consapevolezza e poi accantonare la giornata. Un pò come quando ci troviamo di fronte alle feste ed esageriamo con il cibo, ma ce ne 'freghiamo' perché alla fine anche quella è NORMALITA'. Prendere e considerare ciò che è stato, e farlo diventare un RICORDO.
Quanti di voi riescono a farlo davvero?

Non so se abbiate avuto occasione di vedermi nella clip (sono anche su Facebook, basta chiedermi il contatto!) ma sono stata più che onorata di prender parte come presentatrice ad una delle conferenze organizzate dal mio nutrizionista ed un suo collega. Un'esperienza bellissima, che probabilmente non avrei VOLUTO condividere tempo fa per un senso di inadeguatezza. Ma se c'è una cosa che ho guadagnato dentro di me è proprio quella di VOLER AFFRONTARE LE PAURE per ridimensionarle. Tempo fa mi ripetevo di dover essere perfetta, e per considerarmi tale apportavo restrizioni nella mia dieta...convinta che un pasto più piccolo mi avrebbe fatto risultare migliore. Che sciocchezze! 
La gente che aderisce a simili eventi, non lo fa con l'intento di giudicare il tuo fisico (magari potrà comunque attribuirgli un valore, ma ha così tanta importanza l'opinione di un estraneo? E se davvero lo è, non siamo noi a dover rivalutare a chi e a cosa dare significato?), ma per ascoltare ed eventualmente domandare. 

La volta successiva mi sono ugualmente ritrovata in circostanze analoghe: mia mamma aveva organizzato insieme a delle sue amiche di corso, uno spettacolo teatrale molto divertente a cui teneva moltissimo. Pensate che abbia avuto grosse titubanze, dopo aver curato un discorso introduttivo di fronte a trenta persone, nel dire "Sì ci sarò?".
Questa è stata la prova che nel momento in cui decidi di superare un limite, lo sforzo iniziale e le occasioni ti permetteranno di non considerarlo più come tale.
Lo schema è il seguente: OCCASIONE > ACCETTAZIONE > RIPETIZIONE -> SUPERAMENTO LIMITE.

Tuttavia, non mi fermerò qua nel raccontarmi: sono stata anche protagonista di cene e momenti in cui non mi sia riconosciuta; non che questo sia necessariamente un male, anzi! Riuscire a non restringere troppo o a non declinare subito un invito nonostante il senso di 'smarrimento' iniziale... gestire le comunicazioni senza permettere nè a queste nè agli altri di influire nella mia psiche con l'introduzione di pensieri autogiudicanti... avvertire una leggera delusione provocata da parole messe male in una frase dal tuo interlocutore, ma anziché tornare a casa o nella 'comfort zone' scegliere ugualmente di andare avanti e concludere la serata al meglio possibile.
Sono davvero io? Ebbene sì. Sono la stessa Arianna, forse più cresciuta, più consapevole e più matura. Credo di aver imparato a gestire certi circuiti mentali, ma anche a prevenire il dolore per quanto limitante: agisco su di me, MA SU DI ME E BASTA, senza aspettarmi qualcosa dagli altri o avanzare pretese, con l'accortezza però di selezionare 'persone' e 'Persone'. 
Come ci riesco? Non è sempre facile, ma tenendo il cuore aperto e le orecchie in allerta si colgono molteplici aspetti (comportamentali e non) di chi si abbia dinnanzi. Con il tempo e l'esercizio di frequentare più relazioni sociali possibili, si diviene ancora più bravi e capaci.

Ary 

sabato 17 giugno 2017

Giornate con il 'sole' da raccontare!

Nessuno ammette che siano percorsi facili, né dovresti credere a chiunque ti dica che ce l’abbia fatta ad ‘uscirne’ in poco tempo. Ognuno di noi, infatti, ha per carattere e necessità fisiologiche, tempistiche diverse di adattamento rispetto alle risposte che riceve dall’ambiente esterno.

Io stessa, titubante e preoccupata dopo i risultati dell’ultima BIA svoltasi circa quindici giorni fa, non credevo di poter affrontare un’intera giornata a MIRABILANDIA insieme a mio babbo. Avevo paura di sentirmi male, sia per il caldo che per la poca presenza di grasso corporeo che non mi permette di percepirmi ‘normale’ come tutte le altre ragazze della mia età.
Ma arriverà anche quel giorno, nel frattempo, devo continuare a proseguire questo CAMMINO DI CRESCITA!

Mi sono organizzata con una lunchbox a base di riso pollo, frutta secca e verdure, per non far mancare nulla alla mia nutrizione nemmeno in quella giornata, sia in termini di quantità sia a livello di nutrienti: e se in passato ero solita a portare con me snack e cibo vario per un fattore di monitoraggio e controllo ossessivo-compulsivo, ad oggi invece, lo faccio per OBIETTIVI DIFFERENTI. Perché mi voglio bene, ed anche quando tentenno, tento di rintracciare tutte quelle ragioni che mi consentano di focalizzarmi di nuovo sulla meta.

Sono salita su diverse giostre e mi sono divertita molto, riuscendo a cogliere la bellezza di una fragorosa risata e molteplici scossoni di adrenalina. Certo, dopo svariate ore con temperature piuttosto elevate e file di gente che aspettava in coda di prendere posto sulle attrazioni, ho iniziato ad ‘accusare’ il colpo: spossatezza, stanchezza ed anche qualche vertigine. Probabilmente non sono stata tanto brava a comunicarlo come avrei voluto, perché per chi mi accompagnava, saremmo potuti restare ancora ad oltranza.
Ma non ce l’avrei fatta. Ho dovuto insistere, per quanto sia un comportamento poco piacevole; e se l’ho fatto è stato solo per ME.
Da queste parole forse, potrò anche apparire leggermente egoista (e forse ho ragione a sentirmi in colpa ogni tanto nell’uscire, prendere piede a certi fuoriporta), ma anziché darmi addosso per le mattine seguenti come avrei potuto fare tempo fa, ho contattato il mio nutrizionista chiedendogli una possibile soluzione per attenuare queste condizioni estreme in cui mi sono ritrovata ad essere.

Il mio principale obiettivo, infatti, quando esco con qualcuno (che sia un genitore o anche un amico) è quello di creare un ambiente di agio e tranquillità in cui costui possa sentirsi SE’ STESSO. Ma anche la mia salute è importante, e far combinare le due cose, non sarebbe affatto male!



Dopo ben due settimane che non lo facevo, oltretutto, ho anche scelto di risalire sulla bilancia, cosa che mi incuriosiva (e non utilizzo a caso questo termine, ma lo sostituisco ben volentieri al verbo ‘spaventare’). Desideravo conoscere se le mie scelte fossero state ottimali dall’ultima visita; se stessi facendo la cosa giusta, seppur un numero così letto in maniera molto generica e senza altri dati, possa significare ben poco.
E c’è stata la botta.
Mezzo kg in più rispetto a quanto registrato dalla BIA del Dott. Daniele.
Non sapevo sul momento se esserne fiera, oppure vacillare. Ma ho scelto: sono corsa in cucina, ho prelevato dal frigo il mio adorato Pancake che mi ero preparata la sera prima (per fortuna, altrimenti chissà su cosa avrei ‘ripiegato’ per l’umore altalenante dovuto alla causa) e l’ho gustato con voglia e delizia. Mi sono detta: ‘Che cavolo, molto meglio mangiare certe cose ed essere meno leggere in termini di chilogrammi, piuttosto che privarsene e ridursi a riso e pollo tutta la vita’.
 
E’ stato bellissimo. Riuscire a non darsi più addosso, a non sussurrare più a me stessa ‘non posso permettermelo’ solo per un risultato inatteso.
Ci vuole tempo per mutare i pensieri, ed ancora di più per cambiare le azioni comportamentali. Parte tutto da quest’ultime: occorre AGIRE come se fossimo già giunti al traguardo, e pensare di poter migliorare sempre di più fino ad arrivarci davvero.
Ciò che si compie, può diventare un pensiero, laddove tale scelta divenga ripetitiva e duratura.

E voi? Volete provarci? 

giovedì 1 giugno 2017

Visita di controllo: aggiornamenti, razionalizzazione e comportamenti conseguenti.

Qualcuno lo chiama ‘attutire il colpo’…. Ed altri invece, ‘reagire dopo un brusco scivolone’. Possiamo definirlo in mille modi e maniere, ma l’evento resta sempre lo stesso: una delusione provocata da elevate aspettative.

Da giorni vivevo con le attese di ricevere sicurezze e garanzie dei miei ‘passi’ e delle mie svolte alimentari, tanto da voler effettuare il prima possibile la BIA presso lo studio del mio nutrizionista (ne ho già parlato a riguardo, e sapete quanto lo stimi, data la sua infinita umanità).
“Quando arriva il 1 giugno….”, “Mancano ancora sei giorni…che noia!” – pensieri di una mente non troppo capace di gestire lo stress provocato dagli intervalli di tempo tra un impegno e l’altro.
Mi sono svegliata alle cinque dopo essere caduta nel sonno profondo molto presto la sera precedente, e come accade da anni non sono riuscita affatto a riposare di nuovo; ho provato a leggere, ma anche una passione come quella sembrava inutile. Nulla sembrava distogliere le mie angosce dal resto. Dopo essermi preparata una delle mie colazioni preferite (vedi foto – per la ricetta potete tranquillamente consultare il mio profilo Istagram greeneyes_a), sono andata a compiere dei giri per annullare parte dello spazio che restava da lì alla visita di controllo.



Giunta in studio intorno a mezzogiorno, ho cominciato a fremere insieme a mia mamma, pur avendo in cuor mio tutte le carte in regola: mi ero impegnata, sapevo di averlo fatto, per cui non avevo di che temere. Gli ultimi giorni (potremmo dire settimane, a voler essere proprio precisi) li ho trascorsi aumentando grassi, carboidrati, a scorrere il dito sul piatto a costo di non tralasciare nemmeno una singola goccia di olio extravergine; sembreranno sciocchezze per qualcuno, ma per chi un tempo mangiava esclusivamente tre mele al giorno ed una scatoletta di tonno con 80 gr di riso, significa non poco.

Mi ero già messa in conto di aver guadagnato del peso (almeno da quando sono partita in questo straordinario percorso), ma non lo avevo ricontrollato da giorni, proprio perché un numero così, senza altri dati a fianco mi interessava relativamente.
Quindi mi sono fatta coraggio, e dopo aver proseguito con le solite valutazioni di routine, un colloquio con il Dott. Daniele ed aver espresso le mie perplessità, ho ricevuto una brusca insoddisfazione: la massa grassa era diminuita. Proprio quella che SPERAVO di aver incrementato. Ciò a cui miravo (e miro) più di ogni altra cosa.
Mi sono sentita crollare. Come se fossi su di un ramo di un albero, e questo si fosse staccato. Come se fossi precipitata a terra. Come se il mio cuore si fosse sgretolato per l’ennesima volta.
Ogni fatica, ogni sporadico senso di colpa, ogni piccolissimo sforzo in più rispetto al piano alimentare previsto… il raggiungimento di 280 gr di carboidrati giornalieri anziché 230 prescritti da lui; l’insistenza di utilizzare sempre frutta secca ad ogni pasto principale… in quell’istante mi è parso tutto vano.
Nebbia, solo nebbia davanti a me; ho trattenuto le lacrime finché non sono uscita dallo studio, dopodiché sono crollata.

Il mio pranzo era a casa ad aspettarmi: una valanga di pasta con tacchino in petali, olive nere (che avevo aggiunto pure in surplus rispetto ai riferimenti previsti), e rucola fresca.
Per quanto la stessa mattina fossi stata entusiasta di prepararmi quel piatto, ogni boccone andava giù a fatica.
“E’ inutile… inutile..” mi ripetevo. Ma non volevo arrendermi.
Dopo 35 minuti di orologio, ho finalmente portato a termine il mio impegno di ‘esaurire quelle farfalle’, ma al tempo stesso, pure io mi sentivo ESAURITA. Esausta. Come se quei carboidrati non mi apportassero alcuna energia. Come se qualcuno mi avesse tolto ogni singola fonte di luce.

Potevo restare sul letto, a piangermi addosso. A farmi ancora più schifo di quanto già non mi faccia. A dirmi quanto non sopporti di aumentare ulteriormente il muscolo, ma a voler proseguire la mia attività fisica proprio perché mi appaga, mi gratifica, mi rende migliore e soprattutto mi permette di portare avanti un labirinto in cui prima o poi, troverò la via d’uscita; e cascasse il mondo, quando succederà (perché succederà) la imboccherò di volata!
Cosa ho fatto? Mi sono asciugata le ‘ombre’ sul viso, sono andata al lavoro ed ho provato a concentrarmi su quello.
Sarò anche uscita un’oretta prima del previsto, ma non importa. Non mi sono buttata giù, ho reagito ANCORA UNA VOLTA, e sono fiera di averlo fatto; e per premiarmi ulteriormente, a merenda ho scelto un bel gelato fresco alla crema e pralinato! Non sarà stato buono come quello artigianale, di certo, ma me lo sono goduta e dentro di me non ho sperimentato alcun senso di colpa. Nessuno. Né la paura di mettere chissà quale peso.
Perché DONNE, ricordiamoci una cosa: Non si ingrassa in un giorno; non si prendono kg con un gelato in più o una focaccia (alimento che ho mangiato in settimana dopo tempo immemore, dato che mi spaventava per le dosi di sale); MAGARI FOSSE COSI’ FACILE ASSORBIRE GRASSO!!!

Ho imparato a godermi la tavola, e la mattina quando mi sveglio, non vedo l'ora di mettermi ai fornelli per deliziarmi con qualcosa di buono.
E’ vero, tengo sempre a mente i carboidrati mancanti, i grassi extra e tento di bilanciare ogni singolo pasto: ma è anche questo che mi permette di sostenere un sano equilibrio. à Senza un piano, oggi come oggi, mi perderei.
Non sarei felice ad ingozzarmi di pastine e brioche; avrei fame dopo nemmeno trenta minuti. Ma ogni tanto, alzare il gomito e dire ‘chissene frega se questo prodotto abbia meno proteine e più grassi’ (come è stato appunto oggi), SERVE.

Mi auguro con tutta l’anima che al prossimo controllo possa respirare maggiore libertà. Perché mi applico, e credetemi, lo faccio davvero.
In primis per me stessa, ma soprattutto per essere un esempio per qualcuno/a, ancora più fragile di me.

PS. Vorrei inoltre ringraziare TUTTE, DALLA PRIMA ALL’ULTIMA, quelle ragazze che stamani mattina intorno alle 7.00, si siano ricordate del mio appuntamento. Mi hanno inviato dei messaggi meravigliosi, fantastici oserei dire. Non me lo aspettavo….
Così come anche coloro che, dopo aver letto il mio post del pranzo su IG, mi abbiano inoltrato dei segnali di incoraggiamento: che siano stati rappresentati da una semplice emoticon a forma di cuore, una frase o una parola, sono scoppiata a piangere dall’emozione (stavolta positiva)! Ebbene sì, sarò una frignona, ma mi commuovo ancora per dei gesti così STUPENDI.

A loro vorrei trasmettere questo messaggio….


“Non perdete mai la brillante virtù di esprimere il vostro pensiero con toni gentili; essere sinceri ed affermare quel che uno pensa non è un difetto. Può diventarlo solo a patto che le parole nella frase vengano strutturate in maniera sbagliata, o siano ostacolate dal ‘rumore’. Allora si dà avvio alla libera interpretazione, e comunichiamo non tanto ciò che si vorrebbe, ma quel che il nostro interlocutore riesce a percepire da certi elementi che rendono difficile il dialogo e l’ascolto.” 

venerdì 26 maggio 2017

SFIDE SETTIMANALI - Alleniamo la nostra mente a 'scegliere' per soddisfare le voglie!

Come promesso dai post precedenti, vi riporto qui uno strumento utilissimo per qualunque percorso alimentare. Un mezzo che mi ha aiutata a far diventare spontanee, quelle scelte che un tempo erano meccaniche.

Spero che possiate utilizzarlo al meglio (per saperne di più, visualizzate i topic sottostanti).

Trovate il file qua di seguito: CLICCA QUA PER SCARICARE IL FILE


PS. Ad oggi non lo adopero più, mi sveglio la mattina e scelgo in base alle voglie ed ai miei 'riferimenti' (per quel che concerne le grammature, che variano molto da giornata di allenamento a quelle di 'rest'). 

Per ulteriori informazioni, resto disponibile su Facebook o per email.

sabato 20 maggio 2017

Ogni paura può essere superata. Basta impegno e volontà!

Prepararsi psicologicamente a qualcosa: che sia un evento, un incontro importante o anche una semplice uscita ritenuta ‘straordinaria’ rispetto alla nostra routine; quante e quanti di noi cerchiamo di farlo, incappando spesso in paure e titubanze che poi si rivelano essere esclusivamente paranoie? E quante persone riescono ad andare oltre per cercare di vivere esperienze che richiedono una buona dose di coraggio, affrontando così la paura di mettersi in gioco?

C’è chi rinuncia in partenza, chi lo fa a metà strada, e chi invece non si arrende nemmeno dopo l’ennesimo tentativo. 

Volessi classificarmi in una di queste tre categorie, credo di rientrare principalmente nella terza: determinazione, costanza e fiducia sono qualità che a dispetto degli innumerevoli difetti ( J e ringrazio il cielo di averli, altrimenti non sarei unica al mondo come tutti/e voi!) mi permettono di far leva sulla  volontà che alberga nel mio cuore, in un percorso tanto vasto quanto complesso come quello alimentare e psicologico che sto facendo.

Io, sulla sinistra. Daniela, in red dress.
Diversi giorni fa, io ed una delle mie amiche più care, abbiamo deciso di tornare in discoteca dopo tanto tempo; la mia mente vacillava tra le ansie tipiche di una ragazza insicura e con poca autostima (“nessuno potrebbe apprezzarmi, perché sono ‘cresciuta’ e si denota anche dai lineamenti del volto, dal fisico che non riconosco più, dalle piccole rughette che iniziano a comparire sulla pelle…non porto più una 38, ho l'addome più formato...; e se anche qualcuno dovesse farlo, saprei reagire nel miglior modo possibile senza danneggiarmi? Un tempo un complimento, in condizioni peggiori ma sempre in uno stato di non completo benessere, mi convinceva che il mio fisico andasse bene in un certo modo per piacere. Oggi sto cercando con ogni leva di togliermi dalla testa determinate convinzioni, e spero che quel qualcuno anziché distrarmi da tali obiettivi, mi supporti evidenziandoli meglio” ) e l’entusiasmo di riabbracciare quei posti con la compagnia migliore che potessi avere al mio fianco.

Sono umana, e come tale anche io posso avere dei piccoli inciampi: ma la cosa fondamentale non è tanto trovarsi davanti ad un ostacolo, quanto il comportamento che si manifesta di fronte ad esso. 
Ho leggermente ristretto le dosi dei carboidrati durante la giornata, e mi sono detta che il giorno successivo non l’avrei rifatto. Così è stato per fortuna, poiché i sensi di colpa iniziali che subentrano nell’attimo di ‘ritorno’ al piano alimentare completo, sono stati spostati dalla soddisfazione e dal gusto di mangiare alimenti che mi facessero sentire pienamente appagata. Poi alcuni dicono che la cucina sia soltanto uno sciocco passatempo…. Bè, come ho detto più volte, la realtà è ben diversa a seconda degli ‘occhiali’ che scegliamo di indossare! Ed in questo gli affetti più cari o le persone a noi più vicine, possono certamente darci un grande sostegno.
Bando alle chiacchiere, passiamo a raccontare la serata.

Dopo aver ‘bruciato’ le lampadine della macchina ed essere state costrette a chiedere aiuto (mancava solo questa per iniziar bene la serata!);
Dopo aver ballato ininterrottamente al ritmo di ‘Despacito’ (Daniela, se mi leggi, sappi odio quella canzone J!) ;
Dopo essersi nuovamente misurate con i modi poco galanti e carini di alcuni corteggiatori, è successo il fattaccio.
Un ragazzo (probabilmente poco sobrio) per fermarmi in mezzo alla pista, mi ha afferrata con un braccio, e nell’esatto momento in cui stava per pronunciare qualcosa di rumorosamente fastidioso e senza alcun significato (almeno credo!), ha cominciato a dichiarare più volte che fossi troppo SECCA.
Inutile dire che dopo averlo strattonato per ‘liberarmene’, me ne sono andata e con la mia best ci siamo fiondate di nuovo sotto le luci e le note vivaci della sala.

Confesso di esserci rimasta malissimo, non tanto per il commento, ma di come ancora una volta abbia avuto la prova della mia estrema fragilità. Non sono brava a ferire gli altri esattamente come loro fanno con me, poiché ciò che può essere sinonimo di debolezza per la sottoscritta, può essere futile per qualcun altro. Ma davvero, è stato terribile. Mi sarebbe piaciuto tuffarmi tra le braccia del mio fidanzato (che attualmente non ho) per avvertire un senso di protezione mancante. 

Aldilà di questo, sono ugualmente soddisfatta per essermi esposta uscendo così dagli 'schemi', per non aver ridotto ulteriormente le quantità di alimenti nella giornata odierna (solo per un post serata, o per delle parole messe male in una frase di poco conto), e ringrazio anche chi, attraverso  Istagram, riesca a farmi sentire speciale comunicandomi espressioni di calore come “Mi piacerebbe avere metà della tua forza”.
A quelle stesse ragazze voglio dire una cosa: Non credo di essere forte, ma sono convinta che la decisione di volersi bene e di amarsi possa permetterci di apparire delle grandi guerriere come mai lo siamo state prima d’ora.

Tra una decina di giorni avrò la BIA, e come sapete è qualcosa che temo non poco: sia perché le mie aspettative sono molto elevate; sia perché durante l’attesa avrei la necessità di un sostegno morale da chi mi voglia davvero bene. E con questo non intendo ‘Dai, continua a mangiar grassi e vedrai che i risultati arriveranno!’ oppure ‘Hai mangiato? Cosa hai mangiato?’ (Quesiti che mi fanno salire una sensazione di nausea incredibile e di disgusto per chi li pronuncia: gente ignorante convinta che i problemi o le ombre di un DCA si risolvano esclusivamente attraverso il cibo, quando c’è di più. MOLTO DI PIU’).
Mi auguro con tutto il cuore di portare avanti il mio impegno, di riuscire al meglio e nei limiti del possibile, ma soprattutto da qui ad allora, di ascoltarmi in fatto di SCELTE esattamente come sto facendo fin’ora.

Vi terrò aggiornate.
Un abbraccio affettuoso. 

sabato 6 maggio 2017

Un punto di arrivo sempre più vicino

Caro diario,
(oggi vorrei iniziare così il mio scritto – come se fosse una semplice valvola di sfogo)
da troppi giorni ti ho abbandonato, e mi dispiace. Ma allo stesso tempo tale decisione mi rende motivata a guadagnare maggiore felicità: questo perché meno si avverte il bisogno di raccontare le proprie fragilità, gli scoraggiamenti, le difficoltà e le paure, più si dipana nel mio animo la sensazione di libertà assoluta.

Ho trascorso delle giornate di alti e bassi, proprio come la settimana scorsa, ma anziché abbattermi ed adottare comportamenti malsani, mi sono detta di trovarvi una spiegazione e cercare di sopravvivere davanti a tante piccole ‘crisi’. Ho una giornata no? Perché ripiegare e creare collegamenti con ciò che dovrebbe avvenire nelle mie scelte alimentari? Cosa c’entra il nutrirsi con il sentirsi inadeguati in merito al lavoro o alle relazioni sociali?

Mi piace pensare e ripetere spesso, che le PAROLE con cui scegliamo di cullarci e le modalità attraverso cui ci ASCOLTIAMO siano ESSENZIALI per un percorso rivolto al benessere (di qualunque natura sia – alimentare, psicologico, professionale, ecc.); non a caso, maggiore sarà la nostra disposizione ad (auto)criticarci, più evidente sarà la nostra tendenza ad (auto)distruggerci.

Per fare un comune esempio, ieri mattina mi sono fatta qualche scatto per un ‘Body Check’, e li ho confrontati con quelli di un paio di mesi fa. Non mi piacevano le mie gambe, i miei quadricipiti, e per di più mi sono messa pure a misurarli con il metro: 7 cm in più rispetto a quando ero profondamente malata. Ma cosa significa? Grasso? Ciccionaggine? No di certo. Significa VITA. Significa SALUTE. Significa AMARSI.
Solo che non riuscivo a prenderne consapevolezza…e durante il resto della giornata, mi sono sentita inadatta a fronteggiare qualsiasi cosa. Giusto nel creare un progetto lavorativo insieme ad un collega, ho avvertito una certa sensazione di utilità, ma gli eventi sono nuovamente mutati nell’ora della merenda. L’ho fatta, certo (non la salto MAI, e non sarebbe nemmeno giusto a meno che il mio corpo non mi trasmettesse sensazioni di dolore, sazietà, e via dicendo..) prediligendo uno degli snack che adoro di più à gallette di riso integrali con petto di tacchino e burro di arachidi!; tuttavia, non avevo ancora decongelato la mia porzione ideale di pane per la sera. Ero incerta se attenermi ai grammi del ‘mio’ piano o a quelli del mio nutrizionista, ma dal momento che non me la sono sentita di aumentare le dosi come mio solito (e forse le avrei anche diminuite), ho suggerito alla mia mente (in quel momento offuscata da percezioni distorte) di rispettare i riferimenti di chi mi avesse preso in ‘cura’.
E per quanto la decisione sia stata difficile (in particolare leggendo e notando alcune ragazze che in vista dell’estate cominciano adesso a tagliare i carboidrati – quando secondo me, e ripeto SECONDO ME, sbagliano per ovvie ragioni metaboliche) credo di aver preso quella MIGLIORE per me.
Stamani invece, nonostante sia nel 'periodo di picco ormonale assoluto' come ogni mese, mi sono guardata e riguardata per bene, ed ho apprezzato ciò che vedevo allo specchio. 
Sono stata felice di questo grande passo, e sono altrettanto contenta di condividerlo con voi che mi leggete. 

Se penso a 3 anni fa, quando seguivo già un percorso terapeutico per sbloccare il meccanismo di abbuffate compulsive in cui ero caduta (BED), e dovuto sicuramente al circolo di restrizioni (non solo in termini quantitativi, ma anche per quel che riguarda la soddisfazione del palato) mi rendo conto di come un mio pranzo, ad oggi, abbia le stesse quantità di carboidrati complessi che assumevo in un giorno.
è Confrontarsi con il passato non deve servire per tornare indietro su passi già fatti o su strade già percorse, ma per conoscere i passaggi e le soluzioni che ti abbiano permesso di arrivare fin qui. Per di più, fermarsi e riflettere, anche dopo un leggero inciampo, può servire per focalizzarsi nuovamente sugli obiettivi da raggiungere e sui traguardi da tagliare.

Non commettete il terribile sbaglio di restringere le dosi (come ho fatto in passato, e come ho rischiato di fare anche questa settimana – senza successo, per fortuna) se vedete un leggero aumento iniziale sulla bilancia; se vi sentite gonfie o create mentalmente parlando, delle immagini sbagliate del vostro corpo.
Lasciatevi guidare dalla razionalità, dal buonsenso e dalla creatività in cucina! Variare molto e sperimentare ricette gustose, colorate, brillanti ed ispirate, possono accendervi l’entusiasmo di portare avanti un viaggio terso di paure e di limiti come questo. 
E’ normale arrivare ad un punto in cui vi chiediate ‘Ma sono sempre io? Anche in un fisico che non riconosco più?’ ma è FONDAMENTALE la risposta che formulate per le successive conseguenze.
Potete scegliere, SEMPRE. Anzi, come spesso afferma mia mamma: POTETE TUTTO.

PS. Prossimamente, credo che pubblicherò una tabella settimanale che mi ha aiutata non poco a fronteggiare di volta in volta, certe piccole paure: una pizza differente da quella vegetariana, una brioche al mattino anziché i cereali, uno yogurt intero a dispetto di quello greco, ecc. Questo perché, certe 'decisioni alimentari' che prima dovevano appositamente essere pensate e programmate, ora mi appaiono spontanee. Ma per arrivare a ciò, mi sono imposta degli obiettivi quotidiani, mettendocela tutta per raggiungerli. 
Non credo sia possibile pensare al domani, se prima non STIAMO e non VALUTIAMO le scelte che ci offre il presente. Il qui e l'ora, per intenderci. 
Non mi è stato fornito da nessuno, e ci tengo a precisarlo, è soltanto uno strumento che ho progettato io di mia iniziativa per me e per facilitare il superamento di alcuni blocchi psicologici. Se può servire a qualcuno, almeno, sarà reperibile online. 
Nel caso non riuscissi a renderlo accessibile, sarà a disposizione per CHIUNQUE voglia riceverlo per e-mail.

domenica 30 aprile 2017

Un weekend di alti e bassi...

A volte, certe cadute sono talmente forti che ti fanno risalire in superficie più carica di prima. Altre volte invece, pensi di non meritare niente e quegli stessi inciampi ti portano a buttarti giù più del previsto…tanto da aspettare che una mano ti afferri e ti scuota di nuovo. Ma non sempre, purtroppo, vi è data la possibilità di trovare chi riesca o sia in grado di farlo.

Ho trascorso giornate di alti e bassi questa settimana: momenti in cui mi sono chiesta “ma cosa diavolo stai pensando?” o “che caspita stai facendo?” perché non riuscivo a riconoscermi. Dopo tanto tempo, infatti, credo sia normale un istante di smarrimento.

Non mi sono pesata per dieci giorni di fila, cosa che non avevo mai fatto negli ultimi cinque anni della mia vita; è stato un grande successo per me, svegliarmi ogni mattina e passare di fronte ad una bilancia senza avere la minima voglia né il desiderio di constatare un numero che non mi dicesse nulla più del mio peso in chilogrammi. Non avvertivo la necessità di giudizi forniti da un apparecchio elettronico, né l’esigenza di sicurezze trasmesse da una conferma esterna. Quelle le avevo già trovate dentro di me, anche se a volte, confesso, è dolorosamente frustrante AUTOMOTIVARSI e brillare di stima. 

Venerdì scorso, ho vacillato un po’ sulle mie azioni: mi sentivo fragile, insicura, ed al mattino non essendo nemmeno riuscita a portare a compimento il mio allenamento di total body, avevo già cominciato a guardarmi di fronte allo specchio con occhi diversi (à dispercezione). Il mio sguardo è caduto inevitabilmente sui fianchi (eccessivamente ingombranti per un corpo slanciato ed abbastanza magro) e sulle cosce (valutate allora dalla mia mente, come ‘troppo grosse’). Vedevo muscoli dove non avrei voluto, e mi ripetevo ‘Ne hai troppi, a dispetto della tua massa grassa’, portandomi a disprezzarmi anziché AMARMI.
Ma il punto cruciale, è stato all’ora di pranzo: quando mio babbo è rientrato dal lavoro, ha avuto uno spiacevole scatto d’ira apparentemente immotivato (mi sono detta ‘sarà stato stanco’, e lo avrà fatto irritare il mio comportamento di chiusura), tanto da pronunciare parole aggressive e di provocazione come ‘Non ti si può MAI dire niente!’ E se mi conoscete, già sapete quanta valenza dia a parole come MAI o SEMPRE. Tutto questo, perché non avendo trascorso una piacevole mattinata in armonia con me stessa e lanciandomi un'occhiata fugace, mi aveva chiesto che cosa avessi fatto, e dalla mia risposta ‘Niente’ è nata una polemica. Incredibile quanto si possa fraintendere l’altrui comunicazione (verbale e non) tanto da interpretarla a proprio modo e rischiare di ferire un cuore fragile. 💔

Mi sono allontanata da tavola tra urla ed altre frasi poco carine (che non sto a riportare), ed in quel momento avrei voluto davvero tirare il mio piatto di pasta in terra e mandare tutto in quel posto. Ma non l’ho fatto. Ho riconosciuto che le emozioni così come l’umore, sono una questione a parte e non devono (più) interferire con il mio percorso alimentare. Ho proseguito il mio pranzo, in una stanza differente da quella in cui si trovava mio babbo, e con le lacrime che scendevano continuamente sono riuscita a terminarlo. Ma è stata durissima. Ogni forchettata in più, era una fitta allo stomaco.

La ricetta la trovate sul mio profilo ISTAGRAM
(greeneeyes_a)
Ho preso e sono andata al lavoro, ingoiando bocconi amari ed una tristezza totale che arrancava nel mio animo. Fatto finti sorrisi, detto ‘buonasera’ ai clienti senza battere ciglio, ma dentro di me si agitava la convinzione che ‘non mi meritavo la merenda, anche se me la ero preparata con amore e la curiosità di assaggiare un qualcosa di diverso’. La fortuna tuttavia ha voluto, che intorno alle 17 del pomeriggio, la fame tornasse a bussare alle porte del mio stomaco J ! E dato che quando avverto un languorino, ultimamente non so resistergli, me la sono concessa: un buon PANCAKE farcito con marmellata di arance amare e della frutta secca!
Mentre mangiavo, sussurravo dentro di me espressioni di gioia “Dio, che bontà. Perché ho avuto dubbi se mangiarlo o meno?” 

Andando oltre e volendo raccontare un altro gradino che penso di aver superato il giorno successivo, questo sabato sera sarei voluta andare insieme a mia zia a vedere un film al cinema (“The Circle”, non so se lo abbiate visto! Mi sembrava interessante!) e poi gustare insieme una pizza. Ma le ansie hanno preso nuovamente possesso della mia testa.
Mi ero promessa di pesarmi la mattina stessa, e quando ho visto un numero che non mi piaceva molto, ho faticato ad accettare la possibilità di condividere un pasto fuori. Non mi sentivo pronta, e davo per scontato che tanto non avrei mai “sgarrato”. Che poi, definiamo anche questo termine, SGARRO. La pizza non lo è mai stata per me, ma anzi, ho sempre trovato che fosse un piatto unico, completo e molto saziante essendo alta di carboidrati e povera di grassi (a meno che, uno non se la prenda con salsiccia e stracchino J o patatine fritte e wurstel, quello è tutto un altro discorso!). Ma ognuno di noi attribuisce significati differenti in base alla situazione che ha di fronte, ed agli stati d’animo che porta con sé. Ciò che può apparire NORMALE per qualcuno o per un periodo di vita, può risultare INCREDIBILE per altre persone o per altri momenti della loro esistenza. Ed io, in quel momento, confesso di essermi sentita una sciocca. 

Sono andata a fare spesa dopo la mia solita colazione a base di Yogurt greco al caffè, biscotti, cereali al cioccolato e mandorle (à ci tengo a precisare, che quando SAPEVO e PROGRAMMAVO in anticipo un’uscita o una semplice pizza, tendevo a restringere la porzione di carboidrati o eliminarla del tutto da un pasto principale) ed avvertivo un’irrefrenabile voglia di verdure ripiene di carne. Allora mi sono detta “beh? Se hai deciso di non uscire stasera potresti anche concedertele no? Magari per cena ti fai qualcosa di leggero, e via!”. Allora le ho prese. E non soltanto due, quale probabilmente sarebbe stata la mia porzione, ma TRE. TRE VERDURE RIPIENE DI CARNE TRITA, mortadella, oli, uova, e….. non so altro, perché solo alla lettura di questi ingredienti ho VOLUTO appositamente buttare la confezione per non spaventarmi.
Le ho mangiate con un gusto indecifrabile, nonostante non ami propriamente fare pranzi o cene a base di carne (non mi piace il gusto, fatta eccezione per qualche portata particolare).

Le cose sono cambiate e migliorate durante il tardo pomeriggio.
Dopo aver sonnecchiato per diverse ore sul letto, fatto parole crociate, letto pagine su pagine di un romanzo appena acquistato, ho conquistato una grande forza d’animo e dopo aver preso un bel respiro, mi sono detta: ‘SABATO SERA SENZA PIZZA NON CI STO. E nonostante in passato me la sarei vietata a causa dei troppi grassi, per aver mangiato qualcosa di diverso rispetto al pesce a pranzo o al petto di pollo arrosto, oggi no. OGGI siamo nel PRESENTE. Non nel passato. E le sfide che vincerai oggi, ti serviranno ad affrontare in maniera più flessibile gli imprevisti del domani, con una mentalità meno incline alla programmazione. Quindi vai!’. E l’ho fatto.
Magari non avrò preso la solita pizza napoletana (nemmeno mi andava, ad esser sincera), preferendone una bassa e croccante. Magari non avrò preso quella più farcita del menu. Ma l’ho presa lo stesso, avvicinandomi a ciò che volevo gustare in fatto di profumi e sapori: cipolla, peperoncino habanero, mozzarella di bufala e pomodoro.
La ricetta sempre sul mio profilo Istagram!
Non solo: dopo cena mi sono pure preparata una mug cake leggera di albumi, cacao e con scaglie di fondente. Della serie…. Quando imbocchi una strada che ti sembra in salita, alla fine vedrai che il proseguo sarà tutto in discesa! 


Sono stata contenta delle svolte e dei risultati che ho duramente ottenuto. E’ vero, ho fatto fatica, forse più del solito, perché credo che quando ci si ‘veda’ male o ci si senta troppo soli (senza nessuno accanto che possa capirti, sostenerti ed incoraggiarti nelle difficoltà) il percorso diventi complesso. Ma nulla è impossibile, e se credi di avere il coraggio e la forza per andare oltre certe paure e provare ad affrontarle, scoprirai anche quanto grande possa essere il tuo animo e quanta forza si rispecchi nella tua personalità. SOLO CHI LOTTA, PUO’ OTTENERE QUALCOSA. E solo chi abbia intenzione di cambiare davvero, può sperare di guadagnare risultati diversi.