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sabato 17 giugno 2017

Giornate con il 'sole' da raccontare!

Nessuno ammette che siano percorsi facili, né dovresti credere a chiunque ti dica che ce l’abbia fatta ad ‘uscirne’ in poco tempo. Ognuno di noi, infatti, ha per carattere e necessità fisiologiche, tempistiche diverse di adattamento rispetto alle risposte che riceve dall’ambiente esterno.

Io stessa, titubante e preoccupata dopo i risultati dell’ultima BIA svoltasi circa quindici giorni fa, non credevo di poter affrontare un’intera giornata a MIRABILANDIA insieme a mio babbo. Avevo paura di sentirmi male, sia per il caldo che per la poca presenza di grasso corporeo che non mi permette di percepirmi ‘normale’ come tutte le altre ragazze della mia età.
Ma arriverà anche quel giorno, nel frattempo, devo continuare a proseguire questo CAMMINO DI CRESCITA!

Mi sono organizzata con una lunchbox a base di riso pollo, frutta secca e verdure, per non far mancare nulla alla mia nutrizione nemmeno in quella giornata, sia in termini di quantità sia a livello di nutrienti: e se in passato ero solita a portare con me snack e cibo vario per un fattore di monitoraggio e controllo ossessivo-compulsivo, ad oggi invece, lo faccio per OBIETTIVI DIFFERENTI. Perché mi voglio bene, ed anche quando tentenno, tento di rintracciare tutte quelle ragioni che mi consentano di focalizzarmi di nuovo sulla meta.

Sono salita su diverse giostre e mi sono divertita molto, riuscendo a cogliere la bellezza di una fragorosa risata e molteplici scossoni di adrenalina. Certo, dopo svariate ore con temperature piuttosto elevate e file di gente che aspettava in coda di prendere posto sulle attrazioni, ho iniziato ad ‘accusare’ il colpo: spossatezza, stanchezza ed anche qualche vertigine. Probabilmente non sono stata tanto brava a comunicarlo come avrei voluto, perché per chi mi accompagnava, saremmo potuti restare ancora ad oltranza.
Ma non ce l’avrei fatta. Ho dovuto insistere, per quanto sia un comportamento poco piacevole; e se l’ho fatto è stato solo per ME.
Da queste parole forse, potrò anche apparire leggermente egoista (e forse ho ragione a sentirmi in colpa ogni tanto nell’uscire, prendere piede a certi fuoriporta), ma anziché darmi addosso per le mattine seguenti come avrei potuto fare tempo fa, ho contattato il mio nutrizionista chiedendogli una possibile soluzione per attenuare queste condizioni estreme in cui mi sono ritrovata ad essere.

Il mio principale obiettivo, infatti, quando esco con qualcuno (che sia un genitore o anche un amico) è quello di creare un ambiente di agio e tranquillità in cui costui possa sentirsi SE’ STESSO. Ma anche la mia salute è importante, e far combinare le due cose, non sarebbe affatto male!



Dopo ben due settimane che non lo facevo, oltretutto, ho anche scelto di risalire sulla bilancia, cosa che mi incuriosiva (e non utilizzo a caso questo termine, ma lo sostituisco ben volentieri al verbo ‘spaventare’). Desideravo conoscere se le mie scelte fossero state ottimali dall’ultima visita; se stessi facendo la cosa giusta, seppur un numero così letto in maniera molto generica e senza altri dati, possa significare ben poco.
E c’è stata la botta.
Mezzo kg in più rispetto a quanto registrato dalla BIA del Dott. Daniele.
Non sapevo sul momento se esserne fiera, oppure vacillare. Ma ho scelto: sono corsa in cucina, ho prelevato dal frigo il mio adorato Pancake che mi ero preparata la sera prima (per fortuna, altrimenti chissà su cosa avrei ‘ripiegato’ per l’umore altalenante dovuto alla causa) e l’ho gustato con voglia e delizia. Mi sono detta: ‘Che cavolo, molto meglio mangiare certe cose ed essere meno leggere in termini di chilogrammi, piuttosto che privarsene e ridursi a riso e pollo tutta la vita’.
 
E’ stato bellissimo. Riuscire a non darsi più addosso, a non sussurrare più a me stessa ‘non posso permettermelo’ solo per un risultato inatteso.
Ci vuole tempo per mutare i pensieri, ed ancora di più per cambiare le azioni comportamentali. Parte tutto da quest’ultime: occorre AGIRE come se fossimo già giunti al traguardo, e pensare di poter migliorare sempre di più fino ad arrivarci davvero.
Ciò che si compie, può diventare un pensiero, laddove tale scelta divenga ripetitiva e duratura.

E voi? Volete provarci? 

giovedì 1 giugno 2017

Visita di controllo: aggiornamenti, razionalizzazione e comportamenti conseguenti.

Qualcuno lo chiama ‘attutire il colpo’…. Ed altri invece, ‘reagire dopo un brusco scivolone’. Possiamo definirlo in mille modi e maniere, ma l’evento resta sempre lo stesso: una delusione provocata da elevate aspettative.

Da giorni vivevo con le attese di ricevere sicurezze e garanzie dei miei ‘passi’ e delle mie svolte alimentari, tanto da voler effettuare il prima possibile la BIA presso lo studio del mio nutrizionista (ne ho già parlato a riguardo, e sapete quanto lo stimi, data la sua infinita umanità).
“Quando arriva il 1 giugno….”, “Mancano ancora sei giorni…che noia!” – pensieri di una mente non troppo capace di gestire lo stress provocato dagli intervalli di tempo tra un impegno e l’altro.
Mi sono svegliata alle cinque dopo essere caduta nel sonno profondo molto presto la sera precedente, e come accade da anni non sono riuscita affatto a riposare di nuovo; ho provato a leggere, ma anche una passione come quella sembrava inutile. Nulla sembrava distogliere le mie angosce dal resto. Dopo essermi preparata una delle mie colazioni preferite (vedi foto – per la ricetta potete tranquillamente consultare il mio profilo Istagram greeneyes_a), sono andata a compiere dei giri per annullare parte dello spazio che restava da lì alla visita di controllo.



Giunta in studio intorno a mezzogiorno, ho cominciato a fremere insieme a mia mamma, pur avendo in cuor mio tutte le carte in regola: mi ero impegnata, sapevo di averlo fatto, per cui non avevo di che temere. Gli ultimi giorni (potremmo dire settimane, a voler essere proprio precisi) li ho trascorsi aumentando grassi, carboidrati, a scorrere il dito sul piatto a costo di non tralasciare nemmeno una singola goccia di olio extravergine; sembreranno sciocchezze per qualcuno, ma per chi un tempo mangiava esclusivamente tre mele al giorno ed una scatoletta di tonno con 80 gr di riso, significa non poco.

Mi ero già messa in conto di aver guadagnato del peso (almeno da quando sono partita in questo straordinario percorso), ma non lo avevo ricontrollato da giorni, proprio perché un numero così, senza altri dati a fianco mi interessava relativamente.
Quindi mi sono fatta coraggio, e dopo aver proseguito con le solite valutazioni di routine, un colloquio con il Dott. Daniele ed aver espresso le mie perplessità, ho ricevuto una brusca insoddisfazione: la massa grassa era diminuita. Proprio quella che SPERAVO di aver incrementato. Ciò a cui miravo (e miro) più di ogni altra cosa.
Mi sono sentita crollare. Come se fossi su di un ramo di un albero, e questo si fosse staccato. Come se fossi precipitata a terra. Come se il mio cuore si fosse sgretolato per l’ennesima volta.
Ogni fatica, ogni sporadico senso di colpa, ogni piccolissimo sforzo in più rispetto al piano alimentare previsto… il raggiungimento di 280 gr di carboidrati giornalieri anziché 230 prescritti da lui; l’insistenza di utilizzare sempre frutta secca ad ogni pasto principale… in quell’istante mi è parso tutto vano.
Nebbia, solo nebbia davanti a me; ho trattenuto le lacrime finché non sono uscita dallo studio, dopodiché sono crollata.

Il mio pranzo era a casa ad aspettarmi: una valanga di pasta con tacchino in petali, olive nere (che avevo aggiunto pure in surplus rispetto ai riferimenti previsti), e rucola fresca.
Per quanto la stessa mattina fossi stata entusiasta di prepararmi quel piatto, ogni boccone andava giù a fatica.
“E’ inutile… inutile..” mi ripetevo. Ma non volevo arrendermi.
Dopo 35 minuti di orologio, ho finalmente portato a termine il mio impegno di ‘esaurire quelle farfalle’, ma al tempo stesso, pure io mi sentivo ESAURITA. Esausta. Come se quei carboidrati non mi apportassero alcuna energia. Come se qualcuno mi avesse tolto ogni singola fonte di luce.

Potevo restare sul letto, a piangermi addosso. A farmi ancora più schifo di quanto già non mi faccia. A dirmi quanto non sopporti di aumentare ulteriormente il muscolo, ma a voler proseguire la mia attività fisica proprio perché mi appaga, mi gratifica, mi rende migliore e soprattutto mi permette di portare avanti un labirinto in cui prima o poi, troverò la via d’uscita; e cascasse il mondo, quando succederà (perché succederà) la imboccherò di volata!
Cosa ho fatto? Mi sono asciugata le ‘ombre’ sul viso, sono andata al lavoro ed ho provato a concentrarmi su quello.
Sarò anche uscita un’oretta prima del previsto, ma non importa. Non mi sono buttata giù, ho reagito ANCORA UNA VOLTA, e sono fiera di averlo fatto; e per premiarmi ulteriormente, a merenda ho scelto un bel gelato fresco alla crema e pralinato! Non sarà stato buono come quello artigianale, di certo, ma me lo sono goduta e dentro di me non ho sperimentato alcun senso di colpa. Nessuno. Né la paura di mettere chissà quale peso.
Perché DONNE, ricordiamoci una cosa: Non si ingrassa in un giorno; non si prendono kg con un gelato in più o una focaccia (alimento che ho mangiato in settimana dopo tempo immemore, dato che mi spaventava per le dosi di sale); MAGARI FOSSE COSI’ FACILE ASSORBIRE GRASSO!!!

Ho imparato a godermi la tavola, e la mattina quando mi sveglio, non vedo l'ora di mettermi ai fornelli per deliziarmi con qualcosa di buono.
E’ vero, tengo sempre a mente i carboidrati mancanti, i grassi extra e tento di bilanciare ogni singolo pasto: ma è anche questo che mi permette di sostenere un sano equilibrio. à Senza un piano, oggi come oggi, mi perderei.
Non sarei felice ad ingozzarmi di pastine e brioche; avrei fame dopo nemmeno trenta minuti. Ma ogni tanto, alzare il gomito e dire ‘chissene frega se questo prodotto abbia meno proteine e più grassi’ (come è stato appunto oggi), SERVE.

Mi auguro con tutta l’anima che al prossimo controllo possa respirare maggiore libertà. Perché mi applico, e credetemi, lo faccio davvero.
In primis per me stessa, ma soprattutto per essere un esempio per qualcuno/a, ancora più fragile di me.

PS. Vorrei inoltre ringraziare TUTTE, DALLA PRIMA ALL’ULTIMA, quelle ragazze che stamani mattina intorno alle 7.00, si siano ricordate del mio appuntamento. Mi hanno inviato dei messaggi meravigliosi, fantastici oserei dire. Non me lo aspettavo….
Così come anche coloro che, dopo aver letto il mio post del pranzo su IG, mi abbiano inoltrato dei segnali di incoraggiamento: che siano stati rappresentati da una semplice emoticon a forma di cuore, una frase o una parola, sono scoppiata a piangere dall’emozione (stavolta positiva)! Ebbene sì, sarò una frignona, ma mi commuovo ancora per dei gesti così STUPENDI.

A loro vorrei trasmettere questo messaggio….


“Non perdete mai la brillante virtù di esprimere il vostro pensiero con toni gentili; essere sinceri ed affermare quel che uno pensa non è un difetto. Può diventarlo solo a patto che le parole nella frase vengano strutturate in maniera sbagliata, o siano ostacolate dal ‘rumore’. Allora si dà avvio alla libera interpretazione, e comunichiamo non tanto ciò che si vorrebbe, ma quel che il nostro interlocutore riesce a percepire da certi elementi che rendono difficile il dialogo e l’ascolto.”