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mercoledì 15 marzo 2017

15 marzo - un giorno da ricordare...

Combattere un disturbo del comportamento alimentare è cosa assai complessa, specialmente per chi lo vive in prima persona. Il punto di partenza è solitamente l’individuazione della storia antecedente allo stesso, così da raccogliere più informazioni possibili e guidare successivamente la persona verso un miglioramento della sua salute psicofisica. 
Esercizi di self-help, disegni per l’acquisizione di una maggiore consapevolezza, letture….esiste un’ampia gamma di risorse per chi voglia fare un passo verso la "rinascita".

Ho trascorso un intero anno in terapia per cercare di motivarmi, quando in realtà, è servito a ben poco. Non avevo l’appoggio di chi diceva di affiancarmi, ed io mi sentivo continuamente sola, tanto da non riuscire davvero a reagire ed affrontare la dura realtà: quella del cambiamento. Ma nonostante questo, non mi rendevo conto che questo dovesse partire prima di tutto da me… e non dalle circostanze o dagli eventi che avevo intorno.
Mi svegliavo la mattina, pronta ed a mio dire, decisa a mangiar di più ma poi a metà pomeriggio mi ritrovavo a restringere.
Questa è stata la situazione fino a gennaio di quest'anno.

Senza voler troppo risultare egocentrica contestualizzando il post su di me, vorrei ricordare che sono altrettante le persone che soffrono ma nulla fanno per cercare di modificare il loro stato d’animo.
Lamentarsi, piangere, accusare dolore e patimento… a che serve, se uno si ostina a proseguire le stesse abitudini (malsane)? Non è possibile chiedere risultati diversi, continuando a fare le identiche cose. Ma di questo ne abbiamo già parlato…

In molti credono che i DCA provengano semplicemente da una cattiva influenza di quelli che sono i “canoni” di oggi: magro è bello; gambe come due grissini e pochi muscoli sulla pancia, obbligatoriamente piatta.
Poveri “ignoranti”….
Dopo tempo ed incontri con professionisti, ma soprattutto soltanto dopo aver guardato dentro me stessa, sono venuta a capo che non sia tutto questo ad incidere su di una personalità fragile e predisposta a sviluppare certe psicopatologie; certo, la televisione e la pubblicità attuale sono due fattori di grande incidenza, ma guardiamo l’altra faccia della medaglia per valutare davvero tali problemi: LE RELAZIONI. Incomprensioni e disattenzioni in famiglia, episodi di massima tensione, solitudine, incapacità di accettare qualcosa di sé e dunque di interagire con gli altri…. Questi sono soltanto alcuni degli elementi scatenanti il disagio. Nel momento in cui decideremo di guardare in faccia ciò che ci affligge, diventeremo più forti e più portati a combattere.

Personalmente, ci sono voluti lunghi anni di forza, coraggio e l’acquisizione di più sicurezza in me stessa per riuscire ad esprimermi di nuovo, a “gettarmi tra le braccia del mondo”, a vivere la quotidianità con maggiore spensieratezza.
Il desiderio di avere un lavoro ma anche una cerchia di relazioni sociali mi ha spinto a ridurre drasticamente l’attività fisica (altro angolo su cui parecchie ragazze insistono per “sfinirsi” di cardio e concedersi quei 10 gr di riso in più, che nemmeno consentono di raggiungere loro un fabbisogno di una persona in mantenimento); passare da 45 minuti di solo cardio ad un 10-15 minuti (riscaldamento e defaticamento). Avere ritmi non più scanditi esclusivamente dall’organizzazione dei macronutrienti e dunque dei pasti, ma anche da racconti, passioni ed impegni.
Non angosciarsi per il peso di ogni mattina che sappiamo esser variabile, ma valutare l’andamento settimanale presentandosi puntualmente il martedì esclusivamente per verificare la “situazione”.
Concedersi un piatto che non abbia valori nutrizionali o che possieda più grassi rispetto a quelli a cui possiamo essere abituati a mangiare.
Tutti questi risultati, fanno parte del mio CAMBIAMENTO. Cambiamento, avvenuto in maniera graduale. Tuttavia, essendo umana quanto voi, ho registrato numerose ricadute, che però anziché spingermi a terra mi hanno portato a risalire e toccare la cima più forte di prima.

Quando tutto cambia, del resto, cambia tutto. . .

Da dicembre ad oggi, vi mostro una foto del mio passaggio, di modo da dare l’opportunità a molte di non essere troppo spaventate da limiti e timori presenti solo nella vostra testa.



Ci sono stati netti e visibili miglioramenti grazie anche al mio nutrizionista, altro riferimento estremamente importante che mi ha permesso di tornare a sorridere. Non lo ringrazierò mai abbastanza. Ma soprattutto, ricordiamoci sempre di RINGRAZIARE NOI STESSE. Per esserci battute ed aver vinto; magari non completamente, ma in larga misura sì.
 
PS. Volete sapere cosa ho fatto stamattina?
Mi sentivo abbastanza uno schifo, e nonostante il mio Fit Tiramisù fragoloso avesse soltanto 30 gr di carboidrati, ma VOLESSI e DOVESSI raggiungerne 50, nello spuntino mi sono preparata qualche wafer al cacao ed alla vaniglia insieme alla mia banana con burro di arachidi.

E se oggi starò in surplus di grassi con la frutta secca? CHISSENE FREGA. Impariamo a dirlo di più… CHISSENE FREGA. Perché si vive meglio, e soprattutto FELICI!

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