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mercoledì 1 marzo 2017

Parole chiare/confuse di un'educatrice

Le giornate scorrono inevitabili come le sensazioni scivolano sulla nostra pelle: gioia, dolore, insoddisfazione, contentezza. Proviamo tutto di più di fronte ai milioni di stimoli che riceviamo ogni giorno dall'ambiente circostante. A volte basta una frase per far vacillare l'entusiasmo, in altre circostanze invece, non conosciamo noi nemmeno i motivi per essere più malinconici del solito.

Vi capita mai di trascorrere parte della giornata con l'umore alle stelle, ed essere improvvisamente travolti da una nuvola nera senza che questa sia collegata ad una ragione ben precisa?
Bene, a me è successo oggi.

Ero lì, seduta alla scrivania che digitavo e-mail al computer. Mi sentivo soffocare. L'addome gonfio, la testa in fiamme, la difficoltà digestiva che non aiutava a rendere piacevoli gli incarichi lavorativi. Nonostante volessi concentrarmi e spostare le attenzioni altrove (rispetto alla mia sofferenza), non ci riuscivo. 
Il corpo non è affatto stupido, e quando qualcuno avverte un male fisico, è inevitabile trasportare il tutto anche sul piano psicologico e sociale (e viceversa).
Garofani rossi

Mi sono fermata un istante per riprendere fiato, ho fatto una merenda veloce intorno alle 17, ed ho chiesto un permesso per "recuperare" il mio benessere: senza pensarci un minuto in più, mi sono diretta verso il primo supermercato vicino, con l'intento di acquistare qualcosa capace di ACCENDERE LA MIA GIORNATA: un mazzo di garofani rossi. Volevo colorare quel grigiore pomeridiano che aveva attraversato la mia persona. Volevo dire BASTA a quel supplizio. Ed è proprio quando le cose sembra che non possano cambiare, che TU PUOI FARE LA DIFFERENZA
Ho avuto un piacevole scambio di pensieri e parole con una ragazza, che mi ha fatto sentire particolarmente apprezzata: non a tutti si concede fiducia, e non a tutti si confidano certe cose. Ecco perché, ascoltando il suo cuore, mi sono sentita stimata e ben voluta, non soltanto come educatrice, ma anche come donna. 

Condividere e comunicare a qualcuno un dolore o una semplice preoccupazione non è mai facile, specialmente perché non sappiamo chi ci possa essere dall'altra parte (o che uso farà delle nostre rivelazioni). E' un pò come spogliarsi davanti a chi non conosciamo davvero: c'è sempre una mescolanza di ansia e di aspettative indefinite. Io stessa faccio fatica a raccontarmi, senza prima conoscere un minimo chi ho di fronte. 
Ammesso che prediliga di gran lunga i rapporti comunicativi "face to face", perché rendono migliore il "contatto", non sempre è possibile privilegiarli. Tuttavia, anche in un social o tramite telefono possiamo renderci più vicini a chi ci è fisicamente lontano.  Ed essere vicino a qualcuno, ti fa sentire anche più vicino a te stesso. 
Toccare con mano e con velata dolcezza dei punti sensibili che abbiano reso un individuo tanto speciale, tanto ricco (perché ciascuno di noi lo è, avendo attraversato esperienze ed aver incontrato persone) e tanto predisposto ad essere ascoltato, ti lascia una "chiave" in più per comprendere meglio il mondo.

Mi sono resa conto, non di rado, che tante sono coloro che vorrebbero ritagliarsi spazi e figure che possano dar loro modo di spalancare le tante finestre oscurate dal gelo dell'indifferenza; ragazze che hanno timore di dire chi siano davvero o di commentare un semplice stato di insoddisfazione o di nominare un "disturbo" per giudizi inopportuni, superficialità rivelata, ecc. A te che leggi, sì, proprio a TE, voglio dire una cosa: inizia a cambiare il mondo rendendolo migliore; meno screditante e più accogliente. Perché così come una persona può migliorare una parte di sè, potrà a sua volta permettere di farlo a qualcun'altro.. con la disponibilità, la gentilezza, le carezze. Più sarai aperto al confronto sociale, e maggiore sarà la probabilità di trovare un "domani" diverso; un universo fatto di ASCOLTO e di COMUNICAZIONE, e non di RIFIUTO

Nelle mie attività lavorative, sono sempre la prima che tenta di trasmettere tutto questo ai miei colleghi/superiori: non ho più tralasciato un sorriso, che sia stato rivolto con un semplice saluto o con una parola di incoraggiamento. Amo chiamare la gente per nome, e provo a raccogliere ogni giorno le varie emozioni che accompagnano i molteplici comportamenti. Adoro soffermarmi nei particolari, proprio per entrare con maggiore facilità in empatia con gli altri. 
Anche quando un "grazie" sembra scontato, ditelo lo stesso; o quando pensate che qualcuno già sappia cosa apprezzate di lui, ripetetelo di nuovo, magari con parole differenti. Così come avanziamo tante critiche, è giusto fare la stessa cosa con pensieri ed espressioni positive. Basta poco, per far del bene, aiutare e riconoscere. Ma è opportuno metterlo in atto. 

Vi faccio un esempio banale: tempo fa, una collega lamentava di fronte a me un dolore terribile alla schiena. Appoggiando la mano sulla parte "critica", era come se volesse esprimere un disagio davvero forte, da che le sue affermazioni dolenti non rendevano bene l'idea. In quel momento, mi sono sentita in dovere di darle un suggerimento: "Guarda, se vuoi un consiglio ciò che posso dirti è che può dipendere dall'attività sedentaria, oltre che da altri e molteplici fattori. Prova a sollevarti dalla poltrona una volta ogni ora, anche solo per alzare uno scatolone o andare in bagno. Se tieni la stessa posizione per lungo tempo o stai seduta in maniera prolungata, c'è il rischio di avvertire certe fitte. Il mio è un semplice parere, prenditi la libertà di utilizzarlo come meglio credi". 
Da qualche giorno a questa parte, la stessa collega non ha più lamentato simili disagi; sarà un caso? Non lo so. Ma lo stesso giorno ha fatto sua la mia opinione, e sono convinta che l'abbia messa in pratica anche in luoghi diversi da quello lavorativo. 

Non è difficile capire che in una superficie ruvida e fredda come quella che si sta ultimamente costruendo nella società di oggi, una ventata di calore (e non mi riferisco a quello estivo!) appare come un evento incredibile. Ma con impegno e costanza, CIO' CHE OGGI E' UNA CONDIZIONE/AVVENIMENTO STRAORDINARIO, un domani potrà diventare la QUOTIDIANITA'.

Un principio come questo, si applica su ogni campo. Ma come dico sempre, occorre desiderarlo davvero.
Fatevi guidare dalla fiamma di passione che arde dentro di voi...
Lasciatevi condurre da chi intende sostenervi...
Rendete IMMENSA di EMOZIONI la vostra vita. Ma soprattutto, AMATEVI

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