Ritrovarsi soli, nel bel mezzo del
caos: senza un compagno, senza un amico e/o magari senza un lavoro. A chi non è
mai successo?
(Nel porvi questa domanda, immagino di
essere di fronte ad una moltitudine di espressioni perplesse, e di facce che,
voltandosi reciprocamente l’un l’altra, attendono una voce che irrompa nel
vuoto).
Il senso del disagio che si sperimenta
durante le serate buie, con il vento gelido che scuote i rami spogli dalle
ormai fragili foglie essiccate; la sofferenza nel portare avanti una giornata
di lavoro senza l' entusiasmo di ritrovarsi a rincasare con chi ti accoglie a
braccia aperte; lo svegliarsi nel cuor della notte ed abbracciare il cuscino,
in mancanza di una presenza calda e amorevole al tuo fianco.
Mi sono alzata questa mattina con la
malinconia di chi porta un bagaglio psicologico non indifferente; lo stesso
bagaglio, che mi trascinava mal volentieri verso la cucina, privandomi della
fame e della motivazione che ogni lunedì mi sprona per compiere il mio
allenamento di “upper body”.
Fette biscottate, profumo di caffè,
cacao amaro, una tazza di the bollente per concludere il primo dei sei lunghi
pasti.
Il dolore alla pancia dovuto al “periodo”, la sensazione di essere
avvolta da una nebbia di fitta solitudine e le ansie che mai mi abbandonano
hanno fatto da cornice a questo inizio di settimana; Ma, avvalendomi del
buonsenso e di quella forza interiore che in molti si apprestano a cercare (ma
che in pochi fortunati trovano davvero!), ho portato a termine ogni singolo
impegno, con estrema facilità.
Ci sono stati piccoli ostacoli lungo il tragitto: delle parole inserite male in un discorso durante la merenda ad esempio, che mi hanno fatto vacillare e mangiare i cracker con le lacrime agli occhi (cosa che ahimè, non avveniva da un secolo; detesto profondamente mangiare con il pianto soffocato, da che negli ultimi giorni ho SEMPRE vissuto il cibo come qualcosa di speciale e di piacevole)... ma nonostante tutto, l'intenzione di non tornare indietro riesce a farsi vivida anche in questi particolari momenti. Un caso, dite?
Come vi avevo precedentemente accennato
nel post precedente, la vicinanza di una persona speciale incontrata da poco, mi
ha permesso di rivedere e valutare nuovamente alcune mie percezioni: il senso
dell’amicizia si diffonde nel momento in cui cadi a terra, e qualcuno è pronto
ad afferrarti di nuovo la mano per farti tornare in piedi senza che tu debba necessariamente
chiedere aiuto.
Ed è stato proprio così.
Proprio ieri infatti, l’umore
altalenante ed una visione distorta del mio corpo e delle mie forme, mi stavano facendo di nuovo cadere nel baratro della tristezza; sensazione accettabile
(poiché ritengo che come riusciamo ad accogliere la gioia, dovremmo apprendere
altrettanto ad ascoltare il dolore, a patto e solo a patto, che abbia un MOTIVO VALIDO ed una FINE) ma poco sopportabile date le circostanze. Prima dell’ora
della merenda mi sentivo soffocare; ero stata tutto il giorno sul letto a
riposo, senza alzare un singolo dito. Overdose di attività sedentaria.
"Abbracciare la vita" : pizza napoletana |
Ma… d’un tratto, afferrando il telefono, la voce rotta dallo sconforto della mia amica mi ha di nuovo riaperto gli
occhi: mi sono sentita in crisi per lei, e dato che avvertivo la sua
debolezza, ero io in quel momento a dovermi mostrare FORTE, CORAGGIOSA e
DETERMINATA. E così ho fatto: nel tentativo di avvicinarmi a lei per sostenerla
al meglio, ho riportato nella retta via anche e soprattutto me stessa. Mi sono
ricordata di una frase importante, che di frequente sono solita ripetermi: “Stare
accanto a sé stessi per poter stare accanto a qualcun altro”.
E’ stata una gioia: non solo ho
inserito un biscotto in più nello spuntino pomeridiano, ma addirittura qualche fetta di pane in aggiunta alla mia cena.
Potremmo dire che il piano con i
riferimenti del mio nutrizionista sia più che superato, credo. E lo sono anche
alcune delle mie vecchie paure.
Certo, ho ancora diversi limiti da
dover affrontare, ma così come sono riuscita ad andare oltre alle altre,
riuscirò a farlo anche con quelle mancanti.
Ciò che desidero per questa settimana,
è riuscire a sorridere di più e lamentarmi di meno; a vivere una serata come
quella di sabato scorso con la gioia e la pienezza di vita che avevo negli
occhi (mentre mi gustavo la splendida pizza napoletana in compagnia di D.), e
magari essere abbracciata da una persona importante.
DARSI DEGLI OBIETTIVI GIORNALIERI E/O SETTIMANALI, PERMETTE DI NON PERDERE MAI IL FOCUS DEL TRAGUARDO CHE CERCHIAMO DI RAGGIUNGERE.
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