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domenica 5 marzo 2017

Un mese di novità, un mese di cambiamenti, un mese per sentirmi più vicina a me stessa.

Sentirsi liberi di FARE, PENSARE e STARE con chi vogliamo. Sembra una banalità, ma in realtà la somma di tali fattori, ci aiuta a procurarci SERENITA'.

Esattamente un mese fa, il 6 febbraio 2017, ho scelto di imboccare un nuovo percorso per ripristinare un equilibrio andato a dissolversi. 

Dopo aver ricevuto riferimenti, disponibilità e coraggio da una persona professionalmente competente e umanamente sensibile, e dopo che per diverso tempo avevo incontrato svariati nutrizionisti (senza però essere mai pronta davvero a MIGLIORARE), mi sono sentita pronta per cambiare qualcosa nella mia vita: era il momento giusto per riportare centralità al mio benessere.

Non si può dire che dalle innumerevoli volte al giorno che mi salivo sulla bilancia sia arrivata a farlo una singola volta a settimana con il massimo della tranquillità in poco tempo, perché comunque sono trascorsi mesi e passaggi importanti.

La forza d'animo, la presa di consapevolezza che un numero stimola oggi non tanto più la paura o dei comportamenti restrittivi dovuti al risultato inatteso, ma la curiosità di conoscere da cosa dipenda quest'ultimo (aumento di massa grassa o di massa magra?), la volontà di superare i confini ed i timori del giorno precedente, il mangiare pasta e pane ugualmente anche quando non sussistono allenamenti; tutte capacità e modi di essere che sono riuscita a guadagnare esclusivamente con impegno, dedizione e costanza.

Non è stato facile applicare anche dei piccoli ma significativi aumenti dal piano datomi dal mio nutrizionista: passare da un 60 gr di pane (solo a sera) ad un 80-90 gr come se niente fosse, così come mantenere l'abitudine di fare 6 pasti, anche a stomaco chiuso. 

E' quasi ironico pensare che se ieri facevo fatica ad assumere determinati quantitativi, oggi se saltassi anche lo spuntino prima di andare a letto, non mi sentirei in pace con me stessa ed in linea con i miei obiettivi.

Durante questi lunghi e combattuti trenta giorni, ho anche avuto modo di conoscere chi abbia tentato di farmi crollare (inconsapevolmente e volontariamente): gente che domandava "ma te mangi, o cucini soltanto per gli altri?" , parole a cui facevo poco caso, da che non tutti conoscono le mie abitudini e la mia situazione.

Ma ciò che mi ha condotto a svariati pianti, è stata la messa in discussione di comportamenti e parole con frasi del calibro "sì, m'immagino quanto avrai mangiato, e soprattutto cosa!". 
Giudizi, critiche, ma per fortuna ho acquisito anche un'altra risorsa: la tendenza ad andare "oltre" la crisi istantanea dovuta a simili pochezze. 
Non riuscire ad accanirmi più sul cibo per parole messe male o per un attacco gratuito, ma pensare solo ad elaborare il dolore e trasformarlo in forza per la riuscita del prossimo traguardo. 

Magari ancora mi occorre più tempo per accettare le scuse (dichiarate e non)di chi abbia cercato di farmi vacillare. Ma quando uno inizia a sentirsi bene ed a trovare gioia in quello che fa, è molto più difficile tornare indietro piuttosto che andare avanti.



Certo, alcune limitazioni mi sono ancora rimaste: l'incapacità di andare a cena fuori con chiunque, l'ansia prodotta dalle troppe persone intorno ad un tavolo e la conseguente smania di terminare il pasto alla svelta per "liberarmi" di sguardi e percezioni sbagliate.... ma se volessi e dovessi tirare le somme, aver incrementato anche se in minima parte quella percentuale di "body fat" oltre al peso, essere uscita mentalmente da diverse "gabbie", reagire con più calma agli eventi e mettersi in gioco dalla mattina alla sera, ogni giorno, sono per me ottimi risultati.


Basta essere perfezionisti. Basta lamentarsi per una condizione senza far nulla di nuovo per cambiare. Basta pretendere. Al massimo possiamo ESIGERE! 


Vi lascio con una massima...






Martedì avrò la prossima prova per verificare il punto della situazione: non sono spaventata, ma solo interessata a conoscere eventuali novità. 

Vi abbraccio.





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